Quanto conta la forma in una società abituata a valutare gli altri basandosi solo sulle apparenze?
Per l’ingegnere Angelo Tonietti la forma è tutto!
E arriverà ad escogitare soluzioni estreme pur di mantenere intatta la sua reputazione.
È una sera di mezza estate, un ricco industriale, dà una festa nel giardino della sua villa in collina. Gli invitati, quasi tutti esponenti della Torino bene, stanno discorrendo di frivolezze, quando uno scoppio irrompe improvviso e molesto in quel godibile santuario dell’effimero. Accorsi verso il punto da cui proveniva quel rumore, gli ospiti fanno una macabra scoperta. Il commissario Sanfilippo, si troverà di fronte a una scena del crimine che è un vero rompicapo. Nulla è come sembra. Mentre la polizia cerca di sbrogliare la matassa, Sandro e Vittorio, due improvvisati investigatori, daranno il loro contributo per risolvere il mistero.
LA FORMA DEL DELITTO di Fulvio Di Chiara
FULVIO DI CHIARA non esiste, almeno non come persona in carne e ossa, è infatti lo pseudonimo dietro cui si celano due autori: Chiara Nervo e Fulvio Tango.
Chiara nasce a Torino nel 1979. Si laurea al Politecnico di Torino in Ingegneria delle Telecomunicazioni. Attualmente lavora in una grande azienda come software engineer.
Sin da ragazza coltiva la passione per il disegno e la pittura. Alla scrittura ci arriva più tardi, quando trasferisce dal pennello alla penna la sua capacità di cogliere la complessità del reale nelle singole immagini "che nell'attimo celano l'eterno". Così Chiara porta avanti le sue storie, immagine dopo immagine, dipingendo con le parole la realtà esteriore e interiore dei personaggi che crea, fino a che il quadro è completo.
Fulvio nasce nel 1975, è laureato in Filosofia con indirizzo Socio Antropologico e in Scienze Religiose. Attualmente lavora come docente nella scuola media.
Lettore compulsivo sin da giovanissimo, si cimenta però con la scrittura solo da alcuni anni. Nelle sue storie alterna situazioni comiche a eventi drammatici, passando dalla commedia al dramma e viceversa, come fossero due facce della stessa medaglia.
Chiara e Fulvio sono compagni nella vita, hanno deciso di scrivere insieme perché condividono la passione per il giallo che sconfina nella commedia sullo stile di Fruttero e Lucentini, di Camilleri e più recentemente di Frascella.
Presto hanno scoperto che i loro stili si incastrano perfettamente, tanto che, alla fine della stesura del romanzo, loro stessi non sanno più dire quali parti ha scritto l'una e quali l'altro. Scherzando (ma non troppo) sostengono che un'entità a turno li possiede e manda avanti la storia.
Chissà che, in fin dei conti, Fulvio Di Chiara non esista davvero.